La Villa è di proprietà privata. Apre al pubblico occasionalmente.
Costruita secondo lo schema tripartito dell’edilizia veneziana, con salone passante, ha subito, probabilmente nel secolo scorso, alcune modifiche, tra cui l’aggiunta di una scala d’ingresso con una loggetta che ha alterato l’orientamento originario dell’edificio, creando un accesso dal lato destro dove a quel tempo si estendeva il parco di pertinenza.
Il prospetto che si affaccia sulla Via Provinciale è arricchito da un doppio ordine di bifore, quelle del piano nobile, probabilmente appartenenti al progetto originario, e quelle del piano superiore che potrebbero essere state aggiunte in seguito in occasione della costruzione del timpano modanato sorretto da volute e decorato da un oculo con stella inscritta.
Uno degli elementi di originalità dell’edificio era costruito dal seminterrato occupato, non dalle cantine, bensì da uno squero a cui conduceva, proveniente dal Fiumicello, un breve canale che permetteva di accedere direttamente alla villa anche per via fluviale.
L’interno del palazzo, ha tutt’oggi la distribuzione originaria tripartita e conserva diversi caminetti - uno molto grande è posto all’esterno - e in alcuni locali decorazioni degne di nota.
Nel salone passante a piano terra, riquadrate da finte architetture, si possono ammirare alcune scene che riecheggiano la caccia, in parte danneggiate dal tempo a dall’incuria dei precedenti proprietari. Altri affreschi, di più pregevole fattura, databili al XVI secolo, decorano la prima stanza a destra dell’ingresso: qui sono riconoscibili in particolare una rappresentazione del mito di Diana ed Atteone e, nel soprapporta, a monocromo, il Rapimento di Europa.
Al piano nobile - a cui conduce una bella scala con volte a vela - le pareti sono bianche ma compensate dalla decorazione policroma che ricopre le travi del soffitto del salone centrale e del locale corrispondente a quello affrescato al piano terra.
Nel passato la villa fu certamente residenza dogale, come testimonia lo stemma in pietra con leone rampante posto sopra la porta laterale, inoltre la sua funzione privilegiata, che la differenzia in parte dalla funzione di altri edifici piovesi, doveva essere quella di accogliere gli ospiti e i proprietari per le battute di caccia. Diverse scene degli affreschi rimandano infatti a questo tema; inoltre proprio a questo scopo, l’edificio ospitò anche Vittorio Emanuele II a cui era dedicato un ritratto, oggi distrutto, che decorava il soffitto del salone centrale del piano nobile.
Appena superato il ponte che da San Nicolò immette sulla Provinciale per Corte ci troviamo di fronte ad uno dei più belli e meglio conservati esempi di residenza padronale di Piove di Sacco: Villa Bragato. La struttura cubica e pulita della residenza, messa in risalto dalla ristrutturazione, denuncia chiaramente la sua origine cinquecentesca.
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The Villa is privately owned. It opens to the public occasionally.
Built according to the tripartite scheme of Venetian construction, with a passing salon, it underwent, probably in the last century, some modifications, including the addition of an entrance staircase with a loggia that altered the original orientation of the building, creating an access from the right side where at that time the appurtenant park extended.
The elevation facing the Via Provinciale is enriched by a double row of double lancet windows, those on the piano nobile, probably belonging to the original design, and those on the upper floor that may have been added later when the molded tympanum supported by volutes and decorated by an oculus with an inscribed star was built.
One of the elements of originality of the building was built by the basement occupied, not by cellars, but by a squero to which led, coming from the Fiumicello, a short canal that also allowed direct access to the villa by river.
In the passing hall on the ground floor, framed by faux architecture, some scenes echoing hunting can be admired, partly damaged by time and the neglect of the previous owners. Other frescoes, of more valuable workmanship, dating from the 16th century, decorate the first room to the right of the entrance: here a representation of the myth of Diana and Actaeon and, in the overhead, in monochrome, the Abduction of Europa are particularly recognizable.
In the past, the villa was certainly a doge's residence, as evidenced by the stone coat of arms with a rampant lion placed above the side door; moreover, its privileged function, which differentiates it in part from the function of other piovese buildings, must have been to accommodate guests and owners for hunting trips. Indeed, several scenes in the frescoes refer to this theme; moreover, for this very purpose, the building also hosted Victor Emmanuel II, to whom a portrait, now destroyed, was dedicated, decorating the ceiling of the central hall on the main floor.
Just past the bridge that from San Nicolò leads onto the Provinciale per Corte, we find ourselves in front of one of the most beautiful and best-preserved examples of a manor house in Piove di Sacco: Villa Bragato. The clean, cubic structure of the residence, highlighted by the renovation, clearly denounces its 16th-century origin.