Una villa che emoziona per la bellezza dei suoi ambienti ed il fascino secolare. Splendidamente decorata dal genio di Zelotti e Veronese con scene ispirate agli amori degli dei, Villa Roberti, con l’ampia Barchessa, l’insolita Torre e il verde Bosco, è custodita in un dolce e prezioso paesaggio capace di regalare inattesi angoli di paradiso.
APERTA ogni prima domenica del mese dalle 8:00 alle 18:00 in occasione del Mercatino
VISITE GUIDATE: giorno del mercatino: alle 11:00 – 15:00 o su prenotazione tutti i giorni, minimo 4 persone
Cenni storici
La casa sulla quale i Roberti costruirono (tra il 1549 e il 1553) il loro Palazzo fu edificata sulle rovine del castello Macaruffo di cui resta la Torre Medievale, poi adibita a colombara.
Il progetto per la realizzazione del complesso – dimora e barchessa- fu affidato da Girolamo Roberti all’architetto Andrea della Valle.
Nel “Palazzo”, gli esterni, la loggia, il salone, la sala d’entrata vennero affrescati dallo Zelotti, dal Fasolo e da Paolo Veronese, con raffigurazione di scene mitologiche tratte da la Metamorfosi di Ovidio e con figure rappresentati le Virtù e i Giganti.
Negli affreschi recentemente scoperti al piano superiore della Villa, c’è un curioso gioco di rinvii tra il paesaggio esterno e quello affrescato.
Nella seconda metà del XVIII secolo vengono apportati dei cambiamenti e delle aggiunte al “Palazzo” per volere di Girolamo Frigimelica, divenuto nel frattempo proprietario del complesso Roberti per matrimonio, al fine di trasformarlo da azienda produttiva a luogo di villeggiatura. I cancelli in ferro battuto vengono realizzati nel 1741, ad opera del Valentini, mentre la Cappella è opera di Francesco Frigimelica.
Nel 1786, il complesso Roberti-Frigimelica passa, per via testamentaria, ad Alvise Selvatico, successivamente ai De Lazara – Brusantini. Quindi, nel 1859, a Stefano Breda ed infine nel 1861, alla famiglia Salom, che ne mantiene la proprietà sino ai primi del XX secolo.
Subentrarono poi i Treves de’ Bonfili, e nel 1964 la villa e le adiacenze vengono acquistate dall’Ente Ville Venete, che aliena il bene nel 1974 al Prof. Giampiero Bozzolato, oggi gestita e curata dall’Ass. ViviLa Villa Roberti.
Il Parco e il Bosco
Il Bosco, recentemente restaurato, grazie all’aiuto del Comune di Brugine, è oggi visitabile. Al suo interno percorsi botanici e dedicati ai bambini.
Si ha una prima notizia della sistemazione di terreno a giardino, attraverso la lettura di una polizza del 1615 riferita a Girolamo Roberti, figlio di Francesco. Nel 1668 e nel 1771, sempre dalla lettura di antichi documenti, sappiamo che il giardino occupa la dimensione di un campo padovano.
La Guida di Padova e Provincia del 1842, sottolinea che il giardino del Marchese Domenico de Lazara a Brugine “fu tra i primi della nostra provincia a dare l’esempio dei giardini che si ad domandano inglesi”.
In realtà il parco all’inglese vero e proprio si deve datare al 1830, cioè quando erano già stati progettati e in via di realizzazione alcuni dei più importanti giardini jappelliani, quali Treves de’ Bonfili a Padova, Cittadella,Vigodarzere a Saonara e Meneghini a Battaglia Terme. E’ scomparso gran parte dell’originale assetto compositivo, resta inalterata l’estensione della superficie del parco e del brolo, nel quale sono ancora presenti le serre e la peschiera, coperta dal boschetto di noccioli.
Esistono ancora sparsi qua e là tra il verde, reperti di antichi manufatti in mattoni, due statue di putti, e nella zona a mezzodì, la lapide voluta da Giuseppe Salom.
Meritano attenzione la particolare selezione di rose, che si trovano lungo il Parco e i giardini della Villa
La Villa e la famiglia Roberti
Villa Roberti è testimonianza delle origini e dello splendore del Rinascimento pittorico e architettonico veneto.
La famiglia Roberti era una delle più influenti di Padova per il prestigio degli incarichi diplomatici e per l’enorme ricchezza accumulata grazie all’attività di banchieri.
Attorno al 1544, il canonico Girolamo commissionò all’architetto Andrea da Valle l’edificazione del complesso monumentale destinato a diventare la dimora dei Roberti, sopra le fondamenta del medievale Castello dei Maccaruffo, di cui tutt’ora rimane la Torre e il pozzo gotico antistante la Barchessa.
Andrea da Valle, coevo di Palladio e Falconetto, celebre per i suoi interventi a Santa Giustina in Prato della Valle e al Duomo di Padova, terminò i lavori nel 1553. Contemporaneamente un gruppo di pittori provenienti da Verona – Zelotti, Fasolo ed altri – attorno al 1550, fu chiamato ad affrescare i muri esterni e i saloni interni della Villa.
La Torre del castello dei Maccaruffo
La Torre trecentesca assieme al pozzo davanti alla barchessa sono tutto ciò che resta del Castello dei Maccaruffo, sulle cui rovine fu costruita la villa. Sulla torre sono ancora visibili tracce di affreschi con lo stemma dei Carraresi, a cui i Maccaruffo restano fedeli fino alla sconfitta. Nei secoli successivi la torre fu adibita a colombara, ma grazie a recenti restauri è stata riportata alla sua bellezza originaria,ed attualmente è adibita ad appartamento.
La barchessa
La barchessa risale alla fine del ‘400 ed è un tipico esempio di architettura funzionale all’attività agricola della villa. Al suo interno si trovano due grandi camini rinascimentali, il portico cadenzato da otto archi poggia su colonne ingentilite da capitelli con lo stemma dei Roberti.
Gli affreschi del Rinascimento
I Dipinti a fresco delle sale e delle mura esterne della Villa sono certamente tra i primi lavori eseguiti dal gruppo di artisti veronesi. Realizzati dal 1550, furono eseguiti da GiovanBattista Zelotti, Paolo Veronese e Antonio Fasolo.
La famiglia Roberti, raffigurata nelle due scene di vita nella loggia, accoglie il visitatore che, attraverso il vestibolo delle Grottesche e dei Paesaggi (la Laguna e i Colli Euganei) accede al sontuoso Salone del Piano Nobile, caratterizzato dal soffitto decorato alla sansoviniana. Zelotti, affresca otto scene mitologiche tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, che narrano degli amori tra divinità e mortali. Risultano interessanti le figure dei Giganti e delle Virtù delle sovrapporte e l’episodio di Venere e Adone.
Al piano superiore troviamo lo Studiolo, decorato dagli affreschi Amor sacro e amor profano eseguito da Zelotti ed artisti veronesi.
La finta tappezzeria a maglie, ad imitazione di un damasco broccato, oro e argento, che decora le altre stanze rappresenta il primo esempio di una serie di repliche del modulo disegnativo che Paolo Veronese utilizzerà in tessuti dipinti nelle proprie tele a partire dal 1552 (figura della Giustizia di Soranza) a conferma di una continuità di moduli decorativi utilizzati.
Le storie narrate negli affreschi servivano da monito e da esempio alla coppia di giovani sposi, Francesco e Lucia Roberti, ai quali era stata destinata la villa.
Al pian terreno è visitabile la cucina antica con il camino, e il pavimento ancora con l’originale inclinazione, che serviva a far defluire le acque, e la stanza del pozzo con le fondamenta del castello medioevale e la cisterna.
Gli stucchi del Settecento
Nella prima metà del Settecento vennero apportati alcuni cambiamenti per volere di Girolamo Frigimelica per trasformare la villa da azienda produttiva a luogo di villeggiatura.
Risalgono a quel periodo gli eleganti stucchi settecenteschi che impreziosiscono le altre sale del piano nobile – la Sala da Pranzo, la Sala della Musica, la Quadreria – e la deliziosa cappella interna, opera del Frigimelica (1707). Nel 1786 il complesso passa per via testamentaria al Alvise Selvatico, successivamente ai de Lazara. Quindi nel 1859 ai Breda ed infine nel 1861 alla famiglia Salom, ai primi del Novecento subentrano i Treves de’Bonfili..
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A masterpiece of the Venetian Renaissance, set in a large park, it houses frescoes by P.Veronese and G. Zelotti, inspired by Ovid's Metamorphoses.
OPEN every first Sunday of the month from 8 a.m. to 6 p.m. during the Mercatino
GUIDED TOURS: market day: 11:00 a.m.-3:00 p.m. or by appointment daily, minimum 4 people
Historical notes
The house on which the Roberti family built their palace was built on the ruins of the Macaruffo castle, of which the medieval tower, later used as a colombara, remains.
In the "Palace," the exteriors, loggia, hall, and entrance hall were frescoed by Zelotti, Fasolo, and Paolo Veronese, with depictions of mythological scenes from Ovid's Metamorphoses and with figures representing the Virtues and Giants.
In the recently discovered frescoes on the upper floor of the Villa, there is a curious interplay between the external landscape and the frescoed one.
The Park and the Forest
The Forest, recently restored, thanks to the help of the Municipality of Brugine, can now be visited. Inside there are botanical and dedicated paths for children.
The 1842 Guide to Padua and its Province, points out that the garden of Marquis Domenico de Lazara in Brugine "was among the first in our province to set the example of the gardens that are called English."
In reality, the actual English park must be dated to 1830, that is, when some of the most important Jappellian gardens, such as Treves de' Bonfili in Padua, Cittadella,Vigodarzere in Saonara, and Meneghini in Battaglia Terme, had already been designed and were being built. Much of the original compositional arrangement has disappeared, the extent of the park area and the brolo, in which the greenhouses and fishpond, covered by the hazel grove, still remain.
There are still scattered here and there among the greenery, relics of ancient brick artifacts, two statues of cherubs, and in the middleground area, the tombstone commissioned by Giuseppe Salom.
The special selection of roses, which can be found along the Villa Park and gardens, deserve attention.
The Villa and the Roberti family
Villa Roberti bears witness to the origins and splendor of the Venetian pictorial and architectural Renaissance.
The Roberti family was one of the most influential in Padua because of the prestige of its diplomatic appointments and the enormous wealth accumulated through its activity as bankers.
Around 1544, Canon Girolamo commissioned architect Andrea da Valle to build the monumental complex.
Andrea da Valle, a contemporary of Palladio and Falconetto, famous for his work on Santa Giustina in Prato della Valle and the Cathedral of Padua, finished the work in 1553. At the same time a group of painters from Verona - Zelotti, Fasolo and others - around 1550, was called in to fresco the exterior walls and interior halls of the Villa.
The Maccaruffo Castle Tower
The 14th-century tower along with the well in front of the barchessa are all that remains of the Maccaruffo Castle. Traces of frescoes with the Carraresi emblem are still visible on the tower. In later centuries the tower was used as a colombara, but thanks to recent restoration it has been restored to its original beauty,and is currently used as an apartment.
The barchessa
The barchessa dates back to the late 15th century. Inside there are two large Renaissance fireplaces, the portico cadenced by eight arches rests on columns softened by capitals with the Roberti coat of arms.
The frescoes of the Renaissance
The Fresco Paintings of the halls and exterior walls of the Villa are certainly among the earliest works executed by the Veronese group of artists.
The Roberti family, portrayed in the two scenes of life in the loggia, welcomes the visitor who, through the vestibule of the Grotesques and Landscapes (the Lagoon and the Euganean Hills) enters the sumptuous Salone del Piano Nobile, characterized by its Sansovinian-decorated ceiling. Zelotti, frescoed eight mythological scenes telling of the loves between gods and mortals. The figures of the Giants and Virtues in the superstructures and the episode of Venus and Adonis turn out to be interesting.
On the upper floor we find the Studiolo, decorated by the frescoes Amor sacro and Amor profano executed by Zelotti and Veronese artists.
The faux mesh tapestry, in imitation of a brocaded damask, gold and silver, that decorates the other rooms represents the first example of a series of replicas of the design module that Paolo Veronese would use in painted textiles in his own canvases beginning in 1552.
On the ground floor can be visited the ancient kitchen with the fireplace, and the floor still with the original slope, which was used to drain water, and the well room with the foundations of the medieval castle and cistern.