Come ogni residenza di villa dei patrizi veneziani il complesso era composto da un edificio domenicale , da due barchesse laterali e, nella parte posteriore da un brolo e un piccolo giardino. Con gli anni, il giardino venne ampliato e, nel corso del Settecento, esso raggiunse un'estensione ragguardevole.
In questo palazzo morì nel 1763 il grande doge e storico Marco Foscarini, una delle figure più importanti sul piano politico e culturale del Settecento. veneto. Il suo segretario, Gasparro Gozzi, scrittore e poeta, vi soggiornò a lungo.
Il palazzo divenne poi proprietà di Andrea Erizzo, che vi apportò delle trasformazioni nell'assetto architettonico e negli edifici annessi.
Fu infine proprietà dei Serravalle, prima di essere acquisito nel 1876 dal Comune che ne fece la propria sede municipale. Nel frattempo il giardino era stato distrutto e le statue che lo ornavano furono trasferite all'entrata del nuovo foro boario.
Un po' di storia
Il rapporto tra i Foscarini, l'aristocratica famiglia veneziana, e Pontelongo si protrae per più di tre secoli, plasma la fisionomia della riva sinistra del Bacchiglione, lascia in eredità la villa Foscarini-Erizzo, oggi sede municipale.
La villa, fatta costruire intorno al 1570 da Nicolò Foscarini da San Stae, fungeva contemporaneamente da luogo di villeggiatura, da azienda agricola e sede di promozione di attività "industriali", ad esempio una fabbrica per la lavorazione del corallo, allora pescato in Dalmazia, promossa dal doge Marco Foscarini. Dal punto di vista strutturale e architettonico, l'edificio ripropone in pianta lo schema della casa veneziana (un salone centrale con le stanze laterali); si componeva di un edificio dominicale, di due barchesse laterali e, nella parte posteriore, di un brolo e di un piccolo giardino. Con gli anni, il giardino venne ampliato fino alla Schilla. Nella villa pontelongana il grande doge Marco Foscarini morì nel 1763. E qui soggiornò, lavorò e organizzò manifestazioni e rappresentazioni Gaspare Gozzi, scrittore, poeta e segretario del doge Marco.
Quando, agli inizi del 1800, gli eredi dei Foscarini decidono di vendere la villa ad Andrea Erizzo, importante uomo politico veneziano ambasciatore alla Corte di San Pietroburgo e Provveditore generale straordinario con vigilanza sul Polesine, il Padovano, il Vicentino e il Bassanese, la villa Foscarini comprendeva una serie di beni: il corpo dominicale con le due barchesse, loratorio, la scuderia, le rimesse con fienili e granai, altre adiacenze ad uso del giardiniere, il giardino con le cedraie, il bosco, la peschiera, la montagnola, e beni costituiti dalle numerose case con botteghe lungo la strada che costeggia il fiume. Sono botteghe occupate da artigiani locali: il fabbro, il calzolaio, il cappellaio, rivendite di generi alimentari, alcuni caffè.
Nel 1809 Andrea Erizzo, ritiratosi cinquantenne a vita privata dopo una notevole carriera politica al servizio della Serenissima, acquistata la villa dagli eredi dei Foscarini, mise mano ad opere di trasformazione nell'assetto architettonico e negli annessi. Si procedette, anzitutto, ad un rifacimento in stile neoclassico, mantenendo le semicolonne ioniche ma interponendo un piano attico tra la trabeazione e il timpano; e furono decorate con stucchi le sale del piano nobile, con pitture murali le stanze del primo piano e le pareti esterne dell'edificio. Se le decorazioni esterne sono ormai illeggibili, si possono tuttavia ammirare quelle interne, in particolare quella del soffitto del salone e quelle della "stanza di Apollo".
Nel breve arco di qualche decennio, la villa passò prima nella mani dei fratelli Serravalle e poi, nel 1876, fu acquistata dal Comune che la destinò a municipio. I ripetuti passaggi di mano, con relativi frazionamenti e negligenze nella manutenzione degli stabili, hanno causato la perdita delle pitture esterne, dell'oratorio adiacente, del grandioso giardino settecentesco le cui statue furono trasferite all'entrata del Foro Boario, dove ancora si trovano: sui cancelli a fianco dell'attuale cinema Italia. Le due barchesse sono, oggi, adibite ad altro uso, luna a edificio per la scuola media e l'altra per servizi pubblici (ufficio postale, ambulatorio medico). E da qualche anno, la villa è stata sottoposta ad una radicale opera di risanamento e di recupero.
Per approfondimenti vedi la pubblicazione di Andrea Nante che trovate in Biblioteca " Villa Foscarini Erizzo a Pontelongo"
In origine Villa Foscarini Erizzo era la residenza estiva della famiglia veneziana dei Foscarini da San Stae e fu costruito probabilmente nella seconda metà del Cinquecento, attualmente ospita il Municipio e la Biblioteca.
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Like any villa residence of the Venetian patricians, the complex consisted of a Sunday building , two side barchesse and, at the rear, a brolo and a small garden. Over the years, the garden was expanded and, during the 18th century, reached a considerable size.
The great doge and historian Marco Foscarini, one of the most politically and culturally important figures of the eighteenth-century Veneto, died in this palace in 1763.
The palace then became the property of Andrea Erizzo, who made transformations to its architectural layout and outbuildings.
It was finally owned by the Serravalle family, before being acquired in 1876 by the municipality, which made it its municipal seat. In the meantime the garden had been destroyed and the statues that adorned it were moved to the entrance of the new forum boario.
a bit of history
The villa, built around 1570 by Nicolò Foscarini da San Stae, served simultaneously as a resort, a farm, and the site for promoting "industrial" activities, for example, a factory for processing coral, then fished in Dalmatia, promoted by Doge Marco Foscarini.
When, in the early 1800s, the Foscarini heirs decided to sell the villa to Andrea Erizzo, an important Venetian politician ambassador to the Court of St. Petersburg and Provveditore generale straordinario with supervision over Polesine, Padovano, Vicentino and Bassanese, the Foscarini villa included a number of assets: the dominical body with the two barchesse, the oratory, the stables, the sheds with barns and granaries, other adjacencies for the gardener's use, the garden with cedars, the wood, the fishpond, the mound, and assets consisting of the numerous houses with workshops along the road that runs along the river. These are stores occupied by local artisans: the blacksmith, the shoemaker, the hatter, food stores, and some cafes.
Under the superintendence of Andrea Erizzo, first of all, a neoclassical renovation was carried out, retaining the Ionic half-columns but interposing an attic plane between the entablature and the tympanum; and the rooms on the piano nobile were decorated with stuccoes, the rooms on the second floor and the exterior walls of the building with wall paintings.
The mansion first passed into the hands of the Serravalle brothers and then, in 1876, was purchased by the municipality, which turned it into a town hall. The repeated changes of hands caused the loss of the exterior paintings, the adjacent oratory, and the grand 18th-century garden whose statues were transferred to the entrance of the Forum Boario.
The two barchesse are, today, put to other use, one a building for the middle school and the other for public services. And for the past few years, the villa has been undergoing a radical renovation and restoration.