La torre è visitabile con visita guidata da parte del CTG Saccisica su prenotazione, oppure durante le aperture straordinarie in occasione di eventi.
Il torrione in mattoni è costruito su un alto zoccolo in pietra. La quasi totale mancanza di fori e di elementi decorativi gli conferiscono un aspetto severo che denuncia la sua originaria funzione difensiva. La fila di leggere arcatelle cieche trilobate, interrotta dalla sporgenza delle lesene, risulta quasi sproporzionata rispetto all’importanza della costruzione. L’omogeneità delle pareti in cotto è interrotta sul lato verso piazza Incoronata dalla presenza di bassorilievi in pietra: in alto una serie di tre, solo vagamente riconoscibili, che rappresentano San Martino che dona il mantello al povero (stemma della Comunità Piovese), lo stemma con il Leone di San Marco (noto simbolo della Serenissima che dominò queste terre dal 1405 al 1797) e lo stemma di uno dei Podestà di Piove. Vicino all’orologio è ripetuto il S. Martino ed uno stemma con le tre melagrane (sul significato del quale ci si è soffermati nella scheda di Palazzo Jappelli); ancora più in basso due grandi lapidi riportano ancora lo stemma di Piove accanto a quello della Serenissima. Salendo in cima alla torre, che, recentemente restaurata, dovrebbe in un futuro abbastanza prossimo diventare sede di un’esposizione permanente sulle città fortificate e sullo sviluppo urbanistico di Piove, si può godere il panorama della città e del territorio circostante. La fortificazione di Piove ebbe inizio per opera del Vescovo, conte di Piove di Sacco, Gauslino, nella seconda metà del X secolo; si trattava di un sistema difensivo che sfruttava la caratteristica ricchezza d’acqua della zona: un doppio vallo, solcato dalle acque del Fiumicello e probabilmente arricchito da torresini. La cinta fu rinforzata da Ansedisio, ma l’intervento più rilevante fu quello effettuato da Francesco da Carrara che rese più profonde le fosse e più alti i terrapieni e fece costruire le quattro torri (due delle quali nel 1359, le altre poco più tardi). Tre erano poste a triangolo a difesa delle porte d’accesso alla città: la Torre Rossi fiancheggiava la porta San Nicolò verso Venezia e la torre Carrarese la porta San Martino verso Padova (situata dove si trova oggi la stazione delle corriere). Di tutto questo complesso difensivo rimane oggi solo qualche traccia del doppio vallo per altro ridotto a fossato; le belle torri sono scomparse una alla volta con le distruzioni ottocentesche.
Indirizzo: Piazzetta S. M. dei Penitenti
L’unica testimonianza della dominazione Carrarese che situata al centro aveva la funzione di mastio del Castello. Oggi, anche se adattata a campanile, è appellata Torre Carrarese ed è considerata dalla cittadinanza un emblema della Comunità.
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The tower can be visited with a guided tour by CTG Saccisica by reservation, or during special openings during events.
The brick keep is built on a high stone plinth. The almost total lack of holes and decorative elements give it a severe appearance that denounces its original defensive function. The row of slight blind trefoil arches, interrupted by the protrusion of pilasters, is almost disproportionate to the importance of the building. The homogeneity of the terracotta walls is interrupted on the side facing Piazza Incoronata by the presence of stone bas-reliefs: at the top a series of three, only vaguely recognizable, representing St. Martin giving his cloak to the poor man (the emblem of the Piovese Community), the coat of arms with the Lion of St. Mark (a well-known symbol of the Serenissima), and the symbol of one of the Podestà of Piove.
Climbing to the top of the tower, which, recently restored, should in the fairly near future become the site of a permanent exhibition on fortified towns and the urban development of Piove, one can enjoy the panorama of the town and the surrounding area. The fortification of Piove was begun by the Bishop, Count of Piove di Sacco, Gauslino, in the second half of the 10th century; it was a defensive system that took advantage of the area's characteristic wealth of water. The wall was reinforced by Ansedisio, but the most significant intervention was that carried out by Francesco da Carrara.
All that remains today of this entire defensive complex are a few traces of the double rampart otherwise reduced to a moat; the beautiful towers disappeared one by one with the nineteenth-century destructions.