Il Museo storico del bottone “Sandro Partesotti" nasce dalla raccolta di una collezionista amante degli oggetti del passato, in particolare di quelli legati al tessile e all'accessorio femminile. Tra le raccolte messe da parte nel tempo si è concentrata sui bottoni dopo aver incontrato a Londra una collezionista che ne vendeva di bellissimi dell’800 e un prezioso libriccino per il collezionista. Da allora ha fatto ricerche sul campo in Italia e all’estero e dopo circa trent’anni di ricerca ha pensato di uccupare un ampio spazio della sua casa per allestire una mostra permanente, offrendo al pubblico la possibilità di scoprire inaspettata bellezza, tante storie e la testimonianza di mode e costumi del passato.
La fondatrice, dott. Leda Siliprandi Partesotti, già Direttrice didattica, ha fatto un altro passo proponendo alla Provincia di Padova di inserire il sito nel Portale dei Musei del territorio e ha ottenuto questo riconoscimento ufficiale subito affiancato da quello del Comune di Sant’Angelo. Nel 2017 con delibera della Giunta Regionale del Veneto fu dato il riconoscimento delle Collezioni di beni di interesse locale, a sottolineare il valore estetico e culturale del Museo.
E’ dedicato al figlio della fondatrice Sandro Partesotti, professore e antiquario, apprezzato e non dimenticato per la sua intelligenza e generosità.
Un settore dell’esposizione è dedicato a manufatti della curatrice: originali composizioni di merletti, bottoni e altri materiali antichi o di pregio per lavorazione, già vissuti, e rigenerati a una vita nuova. Questi oggetti rinati dal degrado e dall'abbandono hanno avuto importanti riconoscimenti dalla stampa e e da un pubblico qualificato.
Attualmente il museo è chiuso al pubblico e in fase di riorganizzazione per l'apertura.
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The museum displays 3,000 pieces from Italy and around the world. They cover the historical period between the 18th century and 1970.
The "Sandro Partesotti" Historical Button Museum was born from the collection of a collector who loved objects from the past, particularly those related to textiles and women's accessories. Among the collections set aside over time, she focused on buttons after meeting a collector in London who was selling beautiful ones from the 1800s and a valuable little book. Since then she has been doing field research in Italy and abroad, and after about 30 years of research she thought of occupying a large space in her home to set up a permanent exhibition, offering the public a chance to discover unexpected beauty, many stories and evidence of fashions and customs of the past.