Il complesso del Duomo è costituito da tre ambienti principali: il duomo vero e proprio dedicato a San Martino, la Chiesola o Santa Maria dei Penitenti, collegati dall’ampia sacrestia, e l’oratorio del Paradiso.
La struttura moderna ha, in un certo senso, inglobato quella medievale capovolgendone però l’orientamento. Questa modifica ha avuto un riflesso estremamente significativo sull’ambiente circostante; infatti l’attuale accesso avviene da Piazza Incoronata, a sua volta affiancata dalla Piazza Santa Maria dei Penitenti e dalla Piazza Vittorio Emanuele, che creano complessivamente un ampio spazio aperto. La precedente distribuzione, con l’ingresso al posto dell’attuale abside, dava luogo, invece, a piccole piazze più raccolte e di concezione medievale.
Anche Santa Maria dei Penitenti deve in parte la sua attuale configurazione all’ingegner Francesco Gasparini, che ad eccezione della facciata (eseguita su disegno di Giovanni Soranzo), fu l’autore del progetto portato a termine nel 1911; ma, già nel 1960, la chiesa fu sottoposta ad ulteriori modifiche che ne ridussero la lunghezza e l’altezza.
Nonostante tutto il complesso sia stato fortemente rimaneggiato, vale la pena di soffermarsi brevemente sulla sua storia di cui rimangono preziosi, sebbene sporadici, documenti e diverse opere soprattutto pittoriche. Stando agli accurati studi di Pietro Pinton e di altri illustri eruditi che già nell’Ottocento si dedicarono alle ricerche sulla storia di Piove di Sacco, spetterebbe alla Chiesa di Santa Maria Madre di Dio e San Tommaso Apostolo il titolo di prima chiesa della Villa di Sacco, documentata già dall’840 circa, e questo edificio religioso dovrebbe potersi identificare con quello di Santa Maria dei Penitenti (altri sostengono che si tratti della chiesetta di Righe, per la quale si rimanda alla scheda ad essa dedicata). Doveva trattarsi di una chiesa di dimensioni molto modeste e costruita con materiali romani. Sulla data esatta di costruzione di una chiesa dedicata a San Martino sul sito di quella attuale non tutti gli storici sono concordi, ad ogni modo, che si voglia pensare ad un primo insediamento prima o dopo il Mille, certo è che nel 1090 il Vescovo di Padova e Conte di Piove di Sacco, Milone, volle dare alla Saccisica un nuovo e più ampio edificio religioso. Fu questa, la chiesa voluta da Milone, costruita in stile romanico-lombardo con pianta basilicale a tre navate e facciata rivolta ad ovest (portata a termine nel 1110 dal suo successore Pietro Cisarella), la costruzione che - con varie modifiche e molte aggiunte che l’alterarono pur arricchendola di opere anche pregevoli - giunse fino agli ultimi anni dell’Ottocento.
Nel 1334 la chiesa di Santa Maria Madre di Dio era ormai cadente e si decise pertanto di ricostruirla con il nome di Santa Maria dei Penitenti; con l’occasione la più recente chiesa di San Martino affermava i suoi diritti su di essa annettendola anche fisicamente a sé per mezzo di un nuovo edificio che, sorto nel sito occupato allora dal cimitero, prese il nome di Paradiso (appellativo con cui veniva identificato in quel periodo tale spazio).
La visita del Vescovo Pietro Barozzi (1489) ci tramanda l’immagine di Santa Maria dei Penitenti come di un edificio architettonicamente scadente, ma con altari arricchiti di opere di valore e le pareti interamente decorate da affreschi dei quali, già dopo la riedificazione del 1616, rimaneva solo una scena con “La morte della Vergine”. Si tratta di un’opera di scuola grottesca giunta fino ai nostri giorni ed attualmente conservata, entro una cornice lignea dorata ed intagliata con festoni ed angeli, sulla parete sinistra della chiesa attuale. Sempre in Santa Maria dei Penitenti sono conservati un altare con belle statue attribuite al Bonazza e molte tele del Cinque e Seicento.
Tornando alla Chiesa di San Martino, come è già stato accennato in precedenza, nell’attuale complesso, nonostante i vari rifacimenti, sono conservati diversi frammenti degli antichi manufatti, tra cui lapidi con iscrizioni, resti musivi dell’antico pavimento costruito di tessere in marmo(opus sectile), oltre ad alcuni bassorilievi in marmo.
Altre opere ancora decorano il Duomo; sul secondo altare a destra, la pala della “Madonna del Carmelo” di Giambattista Tiepolo (un’altra opera del noto artista veneto - San Francesco da Paola - è conservata nella Sagrestia), sul quarto altare è invece collocato “Il riposo durante la fuga in Egitto”, tela recentemente restaurata, del pittore Sante Piatti; a decorazione dell’abside è posta la pala dedicata al patrono di Piove, è un’ opera forse troppo piccola per la posizione che occupa, ma di notevole eleganza stilistica, si tratta di “San Martino in trono con gli apostoli Pietro e Paolo”, la prima opera datata (1532) fino ad ora conosciuta del pittore Gian Pietro Silvio.
Un altro gioiello di questa chiesa è l’altare del Santissimo Sacramento posto nella cappella a sinistra dell’altar maggiore, opera di Jacopo Sansovino datata 1554. Passando sul lato sinistro troviamo la tela di Girolamo Brusaferro (1677 – 1745) raffigurante l’“Estasi di Santa Teresa”; mentre ad Antonio Vassillacchi detto l’Aliense è stata attribuita dalla Ericani - che l’ha datata ai primissimi anni del Seicento - la tela della Discesa dello Spirito Santo; infine sul secondo altare a sinistra è un altro quadro appena restaurato: la Circoncisione di scuola bassanesca. Di dimensioni e stile leggermente diversi tra loro sono i cinque teleri che sovrastano le porte laterali e quelle di facciata.
Iniziando dalla scena sulla porta di destra, seguendo così anche un ordine cronologico, troviamo tre episodi legati alla vita della Vergine: la Nascita, la Presentazione di Maria al Tempio e l’Assunzione; sulla parete di controfacciata troviamo inoltre l’Adorazione dei Pastori e l’Adorazione dei Magi. La Nascita della Vergine e l’Adorazione dei Magi sono datate rispettivamente 1685 e 1688 e firmate dal pittore, che si definisce veneto, Giovanni Battista De Lambranzi (un’altra tela di dimensioni più modeste ma sempre appartenente alla mano di questo stesso artista è il Riposo dalla Fuga in Egitto collocata nella Chiesola).
Tra le opere della Sacrestia ricordiamo la tavoletta con la Vergine il Bambino e due Santi (proveniente dalla Chiesa di San Francesco) e una tela che rappresenta il Capitolo della Chiesa di San Martino nel 1701.
Infine meritano di essere citate ancora due opere conservate nell’Oratorio del Paradiso; per la grande tela, estremamente deteriorata, della Processione del Corpus Domini il principale valore è quello del documento storico, mentre pregevole per la qualità artistica è la tavoletta riproducente ancora una volta la Vergine con il Bambino e sullo sfondo un accurato scorcio paesaggistico (anche per quest’ultima opera è documentata la provenienza dalla chiesa di San Francesco).
Il Duomo attuale è opera recente realizzata per volere dell’arciprete Roberto Coin tra il 1893 e il 1903 su progetto dell’ingegner Francesco Gasparini.
L’edificio fu realizzato sul sito dell’antica pieve in stile romanico con elementi gotici, seguendo un gusto tipicamente ottocentesco.
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The cathedral complex consists of three main rooms: the cathedral dedicated to St. Martin, the Chiesola or St. Mary of the Penitents, connected by the large sacristy, and the Oratory of Paradise.
Although the whole complex has been heavily remodeled, it is worthy to dwell briefly on its history of which valuable, though sporadic, documents and several works, especially paintings.
According to the accurate studies of Peter Pinton, it would belong to the Church of St. Mary Mother of God and St. Thomas the Apostle the title of the first church in Villa di Sacco, documented as early as about 840.
In 1090 the Bishop of Padua and Count of Piove di Sacco, Milone, wanted to give Saccisica a new and larger religious building. This was it, the church wanted by Milone, built in Romanesque-Lombard style with a basilica plan with three naves and a facade facing west. By 1334 the church of St. Mary Mother of God was falling apart, and it was therefore decided to rebuild it under the name of St. Mary of the Penitents; with the occasion
the newer church of St. Martin asserted its rights over it by annexing it also physically to itself by means of a new building, which, rising on the site then occupied by the cemetery, took the name “Paradise”.
In the present complex of the Church of St. Martin, fragments of the ancient artifacts are preserved, including tombstones with inscriptions, mosaic remains of the ancient floor built of marble tiles, as well as some marble bas-reliefs. Still other works decorate the cathedral: on the second altar to the right is Giambattista Tiepolo's “Madonna of Carmel” altarpiece; on the fourth altar is placed “Rest during the Flight into Egypt”, a recently restored canvas, by the painter Sante Piatti. Another jewel of this church is the altar of the Blessed Sacrament placed in the chapel to the left of the altar major, a work by Jacopo Sansovino dated 1554.
Of slightly different size and slightly different style from each other are the five canvases above the side and front doors. Beginning with the scene on the door right, thus also following a chronological order, we find three episodes related to the life of the Virgin: the Birth, the Presentation of Mary in the Temple and the Assumption; on the counterfacade wall we also find the Adoration of the Shepherds and the Adoration of the Magi.
The building was built on the site of the ancient parish church in Romanesque style with Gothic elements, following a typically 19th-century taste.